ROMA – Igiene delle mani e lotta all’antibiotico-resistenza. Lo scorso 5 maggio si è tenuta la “Giornata mondiale per l’igiene delle mani” indetta dall’Organizzazione mondiale della sanità. Tema dell’evento è stato Fight antibiotic resistance – it’s in your hands, scelto per associare la Giornata alla sensibilizzazione sulla resistenza agli antibiotici e in questo caso alla prevenzione e all’igiene nelle prassi sanitarie per ostacolare le infezioni.
#handhygiene #antibioticresistance
Save live cleen your hands. Secondo i dati diffusi dall’Oms nel mondo un paziente su dieci viene infettato mentre è in cura, più del 50% delle infezioni del sito chirurgico potrebbero essere resistenti agli antibiotici e il 30% di queste potrebbe essere evitato con una prevenzione corretta. Che preveda anche un’attenzione massima all’igiene delle mani del personale sanitario.
Da qui la campagna per le misure contro l’antiobiotico-resistenza lanciata in occasione della “Giornata per l’igiene delle mani” che ha richiamato l’attenzione su cinque punti: igiene delle mani tra gli operatori sanitari, programmi di monitoraggio e prevenzione specifici in ospedali e strutture sanitarie, invito alle istituzioni per rendere la lotta alla resistenza agli antibiotici una priorità nazionale, implementare prassi Infection prevention and control (IPC).
Report Ministero Salute
In occasione della Giornata il Ministero della Salute ha tenuto il convegno “Antibiotico-resistenza in Italia: problemi attuali e impegno per il futuro” nel quale ha presentato i primi dati sulle infezioni resistenti agli antibiotici in Italia avvenute nel corso di trattamenti ospedalieri. Dati elaborati dall’Istituto superiore di sanità in base al sistema di sorveglianza istituito nel 2013 sulle batteriemie da enterobatteri resistenti ai carbapenemi, ovvero agli antibiotici di ultima linea utilizzati sulle infezioni per batteri multi-resistenti.
Dall’inizio del programma di sorveglianza le batteriemie resistenti ai carbapenemi sono duemila l’anno, e riguardano in gran parte persone tra i 65 e gli 80 anni in terapia intensiva o in reparti medici e chirurgici. Nel 2016 incidenza 3/100.000 abitanti, negli anziani 8/100.000, nel 62% uomini. Mortalità nel 30% dei casi.
Batterio più frequente, 96,8% delle infezioni, è il Klebsiella pneumoniae che causa batteriemie, infezioni urinarie, polmoniti. Il 3,2% è da E. coli.
Info: Ministero Salute, primo rapporto infezioni resistenti antibiotici