Pubblicata dall’Istituto superiore di sanità una nota con riflessioni e dati sulla diffusione dell’antibiotico-resistenza in Italia, a supporto dei temi lanciati la scorsa settimana dalla Giornata europea e dalla Settimana mondiale per l’uso consapevole degli antibiotici.
Iss segnala come i dati della sorveglianza sanitaria europea EARS-Net, coordinata dall’ECDC, mostrino una situazione critica in particolare in merito alla resistenza a carbapenemi, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter baumannii e ai glicopeptidi Enterococcus faecium. I 30mila decessi stimati ogni anno nell’area europea sono principalmente dovuti a infezioni antibiotico-resistenti dovute a Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae. E in questo contesto, secondo la nota ISs, un terzo dei decessi interessa l’Italia, che copre anche un terzo dei casi di antibiotico-resistenza.
Nel nostro paese la resistenza agli antibiotici è maggiore della media europea. La stima fatta da OECD Organization for Economic Co-operation and Development sull’impatto delle infezioni resistenti per l’Italia è di 13 miliari di dollari fino al 2050.
I segnali positivi. Innanzitutto il primo Piano nazionale di contrasto dell’antimicrobico-resistenza e l’approccio One Healt che unisce medicina umana, veterinaria, agricoltura e ambiente; i trend in lieve calo relativi all’uso di antibiotici e riguardanti la resistenza di Pseudomonas aeruginosa e Klebsiella pneumoniae; la nascita di iniziative finalizzate a diffondere conoscenza e comportamenti virtuosi.
#KeepAntibioticsWorking richiama l’Iss: “mantenere gli antibiotici efficaci è responsabilità di tutti”.