ROMA – La Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia al risarcimento delle persone infette da Aids, epatite B e C in seguito a trasfusioni e operazioni. Si tratta di più di 350 italiani nati tra il 1921 e il 1993 che tra il 2012 e il 2013 hanno presentato ricorso alla Corte.
I risarcimenti dovrebbero essere complessivamente di oltre dieci milioni di euro. Sulla sentenza si è espresso il Ministero della Salute: “pur avendo riconosciuto per tutti quei casi risalenti agli anni ’90 la violazione delle disposizioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo relativamente al diritto ad un equo processo ed ad un ricorso effettivo, ha affermato che la procedura di cui all’art. 27-bis del decreto-legge n. 90/2014 – la cui introduzione è stata fortemente voluta dal Ministro Lorenzin –, che riconosce ai soggetti danneggiati, a titolo di equa riparazione, una somma di denaro determinata nella misura di euro 100.000, costituisce un rimedio interno, del tutto compatibile con le previsioni della Convenzione e in grado di assicurare un adeguato ristoro ai soggetti danneggiati”.