ROMA – Nemo, centro d’eccellenza per la malattie neuromuscolari. È stata inaugurata oggi a Roma presso il Policlinico Gemelli, la sede capitolina del Centro clinico Nemo, centro multidisciplinare d’eccellenza che si occupa della cura e della ricerca sulle malattie neuromuscolari dei bambini e degli adulti.
Alta specializzazione nella diagnosi delle malattie neuromuscolari e gestione dell’evolversi delle patologie. Il centro inaugurato ora a Roma affiancherà a livello nazionale e opererà in sinergia con gli altri già presenti in Italia a Milano, Arenzano provincia di Genova, e Messina.
La sede romana che si trova nell’ala M del Policlinico Gemelli, è dotata di sedici posti letto in camera singole, delle quali dieci saranno riservate ai pazienti adulti, sei per i pazienti in età pediatrica e alle quali se ne aggiunge un’ulteriore riservata al day hospital. Stanze “intelligenti”, equipaggiate di avanzati sistemi di domotica, che verranno affiancate dalle strutture già presenti in Policlinico come palestra pediatrica, ambulatori e area trial clinici.
Nemo nasce dalla collaborazione tra Fondazione Serena Onlus (costituita da Fondazione Telethon, Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (UILDM), Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica (AISLA), Associazione Famiglie SMA e Slanciamoci Associazione non profit) e Policlinico Universitario Agostino Gemelli, grazie al supporto della Regione Lazio. .
Così Alberto Fontata, presidente di Fondazione Serena Onlus: “una sfida per modificare l’approccio a queste malattie degenerative che non sono incurabili come sembra. Nemo è nato dalle persone che vivono tali malattie e che hanno dato vita a un’alleanza con il medico. Per questo Nemo è diverso da un classico reparto d’ospedale, perché a Nemo c’è un approccio multidisciplinare che passa attraverso un confronto e un dialogo continui tra gli specialisti e le persone in cura. Questo rende la nostra mission efficace e concreta: il nostro è un percorso di presa in carico reale, continuo, in grado di affrontare l’alta complessità, così come l’assistenza ordinaria, al fine di garantire la migliore qualità di vita possibile”.
